La
creatività è una predisposizione umana legata alla necessità di unire
sensibilità e memoria a un qualsiasi canale espressivo che sia capace di
riportare in superficie la veridicità e la profondità di un’emozione. È
un percorso orientato alla scoperta del proprio essere e alla
valorizzazione di un’azione che altrimenti non verrebbe mai espressa. Il
corpo cosa sarebbe senza movimento? Il suono cosa diventerebbe se non
venisse trasformato in una realtà capace di coinvolgere il silenzio e la
primordialità del suono? Cosa diventerebbe un gesto se non fosse
abitato da un’emozione capace di dare realtà e intimità a un movimento?
Cosa sarebbe il corpo se non avesse un canale che sia capace di
coinvolgere memoria, sensibilità e movimento? L’essere umano è
sottoposto a una moltitudine di esperienze e ognuna di queste è
potenzialmente espressione di cambiamento, poiché sfociano nel ricordo,
nella paura, nella gioia, nell’immobilismo o alla reale e viscerale
scoperta di se stessi. Il cambiamento quindi è innescato da una
rivisitazione delle circostanze che hanno dato vita a una esperienza e
il semplice assemblare è in se un atto creativo. Ragion per cui ogni
essere umano ha un’indole creativa, che può scegliere di seguire, di
bloccare o non riconoscere. L’espressività corporea più che una
disciplina è una dimensione di ricerca di un gesto o di una moltitudine
di gesti che forniscono ordine al disordine. È la riscoperta da parte
del corpo della sua origine, fatta di lentezza, velocità, ritmicità e
silenzio. La lentezza è necessaria per riscoprire e conoscere il
muscolo, e dare la possibilità al corpo di entrare in contatto con
l’intimità del movimento. La velocità è il volto della spontaneità di
una mente non inficiata da regole, necessità e bisogni. Il ritmo rievoca
la struttura del movimento nella sua profonda connessione armonica. Il
silenzio con la bellezza del non movimento, l’immobilità di un corpo
vivo fino alla sua radice più profonda. La creatività quindi è una forma
altra di conoscenza. Il corpo uno strumento potentissimo per giungere
alla sua aurea pulsante fatta di istinti remoti e desideri mai espressi.
Insegnare il contatto significa guidare la mano alla conoscenza di un
corpo che non è il suo, ai tempi e alle necessità che esprime e rende
manifeste. L’espressività corporea quindi è un ponte capace di
amalgamare l’espresso a ciò che ancora non è visibile. Il movimento alla
profondità del silenzio, la lentezza alla velocità, tutto sfiorato e
modulato dalla memoria che guarda, riscopre e traspone la realtà in una
verità altra.
Ralph Waldo Emerson scrive: “ogni pensiero sorge nella mente, nel suo sorgere mira a passar fuori della mente, nell'atto; proprio come ogni pianta, germinando, cerca di salire alla luce." Nella Musicoterapia Espressiva Corporea la persona conosce se stessa mediante le azioni che costruisce in termini di scoperta e senso di meraviglia. In altre parole mira a far passare fuori dalla mente ciò che sente, trasformando l’emozione in azione e mutando quest’ultima in consapevolezza e cioè la capacità di essere a conoscenza di ciò che viene percepito. Poiché l’essere umano difficilmente si percepisce come realmente è, e con una certa difficoltà attribuisce a se stesso determinate qualità, l’azione espressiva gli permette di entrare in contatto con le proprie capacità creative risvegliando qualità sconosciute o mai del tutto approfondite. Perché l’essere umano dubita di se stesso? Secondo la teoria della terapia cognitivo-comportamentale, il malessere psicologico dipende spesso da ciò
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